fRANCO PISTONI
Franco Pistoni è attore, regista, musicista, poeta, attivo in
campo teatrale, cinematografico e televisivo.
Negli anni settanta fonda ed è musicista nel gruppo Aliante. Negli anni ottanta, studia Mimo con Marco Romizi poi l’incontro, in un seminario, con gli attori del Living Theatre, che lo spinge definitivamente ad intraprendere la carriera di attore. Studia per tre anni danza contemporanea, lavorando presso il Teatro del Disgelo di Annamaria Epifania al Convento Occupato di Roma. Fa, quindi, il suo ingresso nel mondo del cinema nel 1986, quando il regista Jean Jacques Annaud lo vuole nel cast de Il Nome della Rosa, il film tratto dal best seller di Umberto Eco. ‘…un’esperienza umana da non dimenticare tanto facilmente. Ci alzavamo tutte le mattine alle quattro e in sala trucco, ogni giorno, dovevo ripassare la tonsura (il particolare taglio dei capelli dei frati, n.d.r.), eravamo tutti immersi in un’atmosfera irreale...’. Parteciperà ad una lunga serie di film tra cui O’Re di Luigi Magni accanto a Giancarlo Giannini, Miss Arizona di Pal Sandor con Marcello Mastroianni e Hanna Schygulla, Le Vie del Signore sono finite di Massimo Troisi, Don Bosco di Leandro Castellani con Ben Gazzarra, prestandosi anche ad alcuni filmati degli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografìa di Roma per giungere alla sua prima interpretazione da protagonista in Confortorio di Paolo Benvenuti (Premio ‘JURY des JEUNES’ per l’interpretazione al 45° Festival di Locarno).
Torna al teatro dove lavorerà in La Natura Non Indifferente, con la Compagnia di Antonio Neiwiller per Teatri Uniti di Napoli e la musica dal vivo del trio jazz di Steve Lacy, quindi nello spettacolo Omsk, opera tratta da Dostoevskij con la Compagnia Teatrale Katzenmacher di Alfonso Santagata e Claudio Morganti. C’è poi Mattutino per la regia di Billi e Marconcini, prodotto dal CRT di Milano e dal Teatro di Pontedera dove interpreterà il Curato di Bernanos conquistando la prima nomination ai premi Ubu per il teatro: …se esiste un’ambiguità inafferrabile in quest’uomo travagliato dalla miseria, ma in grado di comunicare quello che non ha, Franco Pistoni ce la trasmette con la concretezza essenziale del suo aderire alle cose, qui dove è palpabile anche il male, ma si nega la consistenza dell’inferno se non come un mentale sartiano «non amore». Ed ecco quei gesti terreni a volte disarticolati dalle parole, l’intensità ispirata dei primi piani, gli occhi divenuti quasi tumide protesi sugli zigomi, il bianco torso di ossa scoperto per le visite mediche, le mani che parlano tramite il divaricarsi delle lunghe dita. Tutto diventa incredibilmente vero nell’immediatezza di questo attore,anche l’evidenziarsi del male fisico e le allusioni cristologiche, mentre il suo parlato rifiuta psicologismi e inflessioni, come una voce che l’oltrepassasse. Una rappresentazione inattesa e da non perdere: dovremmo sentirne parlare a lungo, nonostante la sordità e i preconcetti dei circuiti, gran guaio del nostro teatro. (Franco Quadri – LA REPUBBLICA). E’ poi Malvolio per Giorgio Barberio Corsetti in La Dodicesima Notte da Shakespeare di cui scrisse Capitta sul Manifesto: ‘…e il maggiordomo Malvolio ha il corpo e il volto di Franco Pistoni, che dalla sua infelicità beffata dalla natura e dagli uomini trae irresistibili gorgoglii ansimanti ( ben più vissuti e doloranti, ad esempio, della macchietta leziosa che ne fece a suo tempo Romolo Valli ). Nel 1998, il critico Franco Quadri lo segnala a Romeo Castellucci e alla Socìetas Raffello Sanzio con cui lavorerà per dieci anni in tutte le produzioni internazionali della Compagnia: da Hänsel & Gretel (seconda nomination ai Premi Ubu: …Franco Pistoni, l’ospite privo di convenevoli e che sembra uscito da un fotogramma di Murnau in Hansel e Gretel della Socìetas Raffaello Sanzio... Paolo Ruffini) al Giulio Cesare, dall’Orestea a Prove di un Altro Mondo e a Genesi (terza nomination al Premio Ubu per il Teatro). Nel 2000 il suo primo Edipo Re per la regia di Mario Martone, prodotto dal Teatro di Roma/Teatro Argentina, accanto a Toni Servillo, Licia Maglietta e Carlo Cecchi con le scenografie di Mimmo Paladino. Per la stessa produzione è S. Francesco nello spettacolo Terrain Vague II di Loredana Putignani. Affronta quindi, come protagonista L’Edipo Re di Fabio Sonzogni per la Elsinor di Milano. Nel 2007, durante la lavorazione sempre come protagonista, di Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura per la regia di Marco Baliani, è costretto ad abbandonare le scene a seguito di un incidente. |
Tornerà in teatro per delle letture, nel 2009, al Festival Mantica Cesena, invitato da Chiara Guidi dove porterà L’estate della collina di Baker J. A.. Continua però a lavorare nel cinema dove parteciperà a Nero Bifamiliare opera prima di Federico Zampaglione, Imago Mortis accanto a Geraldine Chaplin e Krokodyle di Stefano Bessoni, (vincitore del Miglior Lungometraggio Interzionale al Puerto Rico Horror FilmFest 2011), è anche il Sig. Ossi nel pluripremiato film Si Può Fare di Giulio Manfredonia (ricevendo il Ciak D’Oro 2009, il Telesia Film e il Mirto D'oro 2010) e Gereoboamo nel Tutti al Mare di Matteo Cerami, ideale sequel omaggiante Casotto di Sergio Citti. Vince ancora altri premi, tra cui il Miglior Attore Protagonista VI edizione Montelanico con Foglie di Cemento di Fabio Sonzogni, tratto da una novella di Ian McEwan.
Coltiva contemporaneamente anche una sua attività letteraria densa di riconoscimenti, esordendo, nel 1983, con la raccolta di poesie Rispetto Del Tempo per Il Vertice Libri, quindi L’Acustica del Mare Egeo, della casa editrice Firenze Libri, e pubblicando successivamente Emporio di Razza e Risonanze di Costola per Cultura 2000, Delle Nuvole Ogni Sera Resiste per Firenze Libri e un’antologia collettiva per la Udruzenje di Sarajevo. Attualmente è impegnato nella fondazione del C.A.R.S., Centro Accademia Ricerca Sperimentale, dove intende intraprendere un cammino di studio verso nuove forme espressive che vanno dal Teatro, alla Danza, alla Fotografia, alla Musica. |